martedì 30 agosto 2016

Giorno 235 - La Social-Informazione.

Giorno 235 - 24 Agosto 2016

Mi sono svegliata di soprassalto stanotte: credevo di aver soffocato mia figlia nel sonno con il cuscino. Faccio sempre di questi brutti sogni quando dorme nel nostro letto e ieri non ne ha proprio voluto sapere di dormire nel suo.
Mi metto a sedere sul letto e la guardo. E' serena. Dorme. Il suo corpicino si alza e si abbassa regolarmente assecondando il respiro. 
Mi rimetto distesa ma ormai il sonno è andato chissà dove.
Come faccio di solito quando sono sveglia e non c'è verso di riaddormentarmi, apro Facebook: fedele compagno di insonnie e noie. E scopro che parte dell' Italia è scossa. Scossa nel vero senso della parola.
Scorro la home, leggendo dei posti colpiti.
Siamo in tanti ad essere svegli.
Per un attimo ringrazio Dio perché io sono stata svegliata dal terremoto ma solo da un brutto sogno.
Per un attimo mi concedo il lusso dell' egoismo più puro e semplice di pensare che mia figlia è al sicuro; che anche questa volta non è toccato a noi, che le persone a me care sono sane e salve nelle loro case, nei loro letti. 

Guardo Instagram, leggo Twitter. Le immagini sono in diretta. La gente fa informazione in tempo reale molto meglio di questo lo fa per mestiere e viene pagato pure.
E penso a tutti quelli ancora in vacanza che pensano che l' epicentro sia stato in Molise e tremano per i loro cari. Perché è questo che succede se lasci scrivere il pezzo al primo cretino che riesci a svegliare alle quattro di mattina: spaventi la gente. 
Perché l' epicentro non è stato in Molise, li stanno bene. 
Perché il paese che ha subito più danni da Madre Natura non è Matriciana. Non è un piatto di pasta fumante a Campo 'de Fiori. 

E ancora, ormai all' alba, guardo mia figlia e tiro un sospiro di sollievo.
Mi alzo e come ogni mattina vado a lavoro. 
Mi alzo come se nulla ci avesse toccato davvero.
Mi alzo e faccio il caffè e mi lavo i denti e preparo la borsa e prendo il camice pulito.
Mi alzo in un giorno apparentemente normale. 
E mi sento egoista per la mia nuova giornata normale.
E mi sento spaventata perché è una furia che non si può prevedere e non si può fermare. 






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