martedì 17 agosto 2010

Tecnologia da aereo.


Londra - Nizza. British Airways. 12 agosto 2010

Siamo decollati da poco più di venti minuti quando il segnale luminoso delle cinture di sicurezza si spegne.
Siamo decollati da poco più di venti minuti e una manciata di secondi che un coro di clic clak di cinture slacciate e cappelliere aperte interrompe in brusio legato al decollo.
Siamo decollati da poco più di ventidue minuti quando tutti, e non è un' iperbole, stanno già armeggiando con i loro aggeggini elettronici, primo tra tutti l' I-pad.
Frenetici uomini in camicia dalle maniche svoltate uscivano fuori i mini pc dalle loro custodie e armeggiavano con l' I-phone (in modalità aereo, perchè tu non debba separartene nemmeno durante il volo, mai sia una crisi d' astinenza), eleganti signore ornate di Van Cleef & Apple leggevano Vogue "sfogliando" le pagine con le unghie appena laccate sui loro I-pad, piccoli esseri forse ancora nemmeno parlanti armeggiavano con I-pod colorati in cerca della canzone del momento.
Sembrava la sezione staccata dell' Apple store di Regents St. Siamo davvero arrivati a questo punto? Nemmeno per la durata di un breve volo internazionale riusciamo a separarci dalle nostre appendici luminose e tecnologiche?
Il signore accanto a me, dal canto suo, infilate le immancabili cuffiette bianche e dato il via ad un film (che mi è parso From Paris with love), ha iniziato a russare così forte che mi ha costretto ad aumentare il volume del mio I-pod pur di sovrastarlo. Non poteva dormire senza l' I-pad? Magari avrebbe fatto meno rumore.
Un donna di mezza età dai capelli platino non ha tolto le cuffiette nemmeno per andare al bagno.
Chissà, forse domani installeranno un sistema WI-FI ad alta quota e dopodomani saremo noi stessi, con i nostri I-phone, a pilotare l' aereo in veste di coopilota.
R.

1 commento:

  1. Ahimè, ecco la realtà.
    Premetto subito che la mia non vuole essere un'arringa contro la tecnologia: stimo i progressi della scienza nei vari settori che le competono ed anche io faccio fatica a rinunciare al mio computer per un giorno intero...il problema nasce quando l'uomo stesso si strumentalizza fino all'esasperazione, come nel bizzarro caso da te descritto. Io credo che tutto ciò sia la manifestazione di uomini/donne che si rendono schiavi dei loro giocattoli non per mera necessità (anche ieri esistevano i managers, e anche ieri riuscivano a svolgere il proprio lavoro in maniera professionale senza I-phone ed altro; forse lo facevano anche meglio, chissà), bensì per creare una facciata "perfetta" da presentare agli altri. Chi non si stacca dai computer, nelle loro infinite versioni, neanche per andare in bagno, vuole comunicare una personale grande carriera, tanti soldi, bella vita, ergo persona eccezionale, la cui unica preoccupazione sussisterebbe in un'eventuale imperfezione nel lucido smalto per aver sfogliato con poca cautela le pagine dell'ultimo numero di Vogue; ovviamente non è quella la verità.
    L'uso della ragione è importante, ma mi sa proprio che qui si spacci per "ragione" qualcos'altro...il mondo odierno è perfetto per l'avvento delle dittature, uomini come Hitler avrebbero trovato campo decisamente più fertile.
    P.S. Giusto per dimostrare che sono una persona normale anche io...le ballerine lilla sullo sfondo sono troppo carine! ;)
    Sonia

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