lunedì 28 febbraio 2011

Perdonare è essere perdonati.


Sta per concludersi la settimana della moda milanese, per cominciare quella parigina; stanno per iniziare i corsi all' università, le giornate si allungano e sta per cambiare l' ora (legale in solare o solare in legale? Non lo so, a me ste cose confondono!); sto per partire (mancano 29 giorni, yeaaa!) e dovrei mettere i panni in lavatrice ma siccome diluvia è inutile e lascio che si ammassino trasbordando dal cesto fucsia in cui giacciono.
Gli Oscar si sono conclusi con mia cocente delusione per "The Social Network" in favore de "Il discorso del re" e nessuna sorpresa per la -meritatissima- statuetta a Natalie Portman per "Il cigno nero".
Siamo, quindi, in un periodo di passaggio.
Qualcosa si è concluso, qualcosa sta per cominciare.

Giovedì sera, a Parigi, è stato fermato John Galliano con le accuse di 'violenze lievi' e 'insulti a carattere antisemita e razzista' ed è stato temporaneamente sollevato dall' incarico di direttore creativo (dal 1996) della maison Dior.
Vi dirò, forse per Dior è un bene. Nonostante Galliano sia stato definito l' enfant progige della couture mondiale ho sempre trovato le sue creazioni atte a stupire a tutti i costi piuttosto che ad accompagnare il corpo della donna durante un avvenimento importante.
Magari la mia è una blasfemia e verrò lapidata per questo ma se di couture vogliamo davvero disquisire allora prendiamo Elie Saab, facciamogli un calco, coliamolo d' oro e regaliamo una sua statua a grandezza naturale ad ogni sobborgo di Parigi come esempio da seguire con devozione!

Vi starete chiedendo che diavoletto turco c' entra il titolo con questo post?
Bricconcelli, abbiate un attimo di pazienza e l' arcano verrà svelato!
Sabato sera qui a Catania si è scatenata la tempesta del secolo così io e il mio amorottolo, non proprio di comunissimo accordo, abbiamo deciso di rimanercene stravaccati sul divano del mio soggiorno a contenderci il telecomando di Sky.
Inutile dirvi che ho avuto la meglio e Bride Wars ha vinto su Forrest Gump.
Oh, insomma, non si leva il telecomando di mano ad una con la sindrome pre-mestruale meteoropatica (Dio, quanto odio la pioggia!) e non le si impedisce di guardare una commedia romantica che ha già visto centinaia di volte, non si fa e basta!
Ed infatti il mio ragazzo ha aspettato pazientemente che mi assopissi sulle sue ginocchia per sfilarmi lo scettro dalle mani e cantar vittoria sguazzando da un canale di sport all' altro!


Ma non perdiamoci in chiacchiere superflue e arriviamo al dunque.
C' è una frase del monologo che trovate nel video qua sopra che mi ha fatto riflettere: 'a volte capita veramente di trovare quella persona speciale che ti resterà accanto qualunque cosa accada'.
Ma è davvero possibile?
Secondo uno studio di una qualche università minchiona di non so dove passiamo in media QUATTRO ANNI della nostra vita a LITIGARE.
Si litiga per il posteggio al centro commerciale, per il film da vedere, per uno sguardo di troppo, per divergenza d' opinione, per gioco, per scherzo, per scaricare la tensione.... Insomma -in definitiva- ogni scusa è buona per litigare. Ci dev' essere un sentimento molto forte affinché due persone (che siano due amici, due amanti, due sposi, due tartarughe) resistano alla tentazione continua di litigare.
Ma è davvero giusto smussare i propri angoli in favore della felicità altrui?
E la nostra?
E' davvero possibile trovare un punto d' incontro che accontenti sia capre che cavoli o -alla fine- una delle due parti finge per il benessere comune?
Io, per quanto tenda ad assecondare gli altri, molto probabilmente per pigrizia, sono una che non ha mai nascosto gli angoli bui del mio carattere e ho accettato di buon grado chi non se la sentiva di avere a che fare con me ma -in realtà- quanti si mostrano realmente per quello che sono?
E -mi chiedo ancora- perché si fa pace?
Per convenzione?
Per mancanza?
Per abitudine?
Per voglia?
E perché non si fa pace?
Per orgoglio?
Per testardaggine?
Per stupidità?
Esistono davvero dei dissapori che non possono essere risolti?

Ai posteri l' ardua sentenza.

Litigiosamente vostra, R.

1 commento:

  1. Io sono felicissima che abbia vinto "Il discorso del re", il film è bellissimo.
    Sulla litigiosità, posso dirti che io non amo litigare, ma allo stesso tempo sono molto palese.
    Sul fare pace tendo a notare quanto l'altro effettivamente lo vuole, odio la pace ipocrita o per convenienza!
    Un bacione

    RispondiElimina

Dimmi la tua!