venerdì 10 giugno 2016

Giorno 162 - Crescere vuol dire imparare?

Giorno 162 - 10 giugno 2016 


No. 
Non per me, almeno. 
Quello che vorrei succedesse, domani, che avrò un anno in più da raccontare, è imparare a non rimanerci male. Per le persone che ti deludono, sopratutto quelle a cui vuoi più bene; per le cose che non vanno mai come vorremmo, nemmeno lontanamente; per quei giorni che sono più pesanti di quanto le nostre spalle possono sopportare. 
Non do mai a vedere nulla di tutto questo perché affronto tutto con il mio miglior sorriso. Se devo piangere, preferisco farlo in privato senza gli occhi di nessuno che, in fondo, non capirà mai davvero. 
Maturare vuol dire capire. 
Capire chi hai dalla tua parte e chi no. 
Quali spalle sono pronte da farti da sostegno quando piangi o a ripararti da un sole che acceca. 
Scindere quello che poco conta, o almeno poco dovrebbe, da quello che in realtà merita tantissime attenzioni. 

Ventotto anni, in fondo, non sono poi così tanti. Eppure io, quest'anno, sento un peso strano. 
La responsabilità di un' altra vita, quella di mia figlia, che allo stesso tempo è una gioia immensa. 
La maturità di essere io la mamma, la donna della mia casa, la colonna della mia famiglia, quella che apre le braccia e consola. 

Mi godo queste ultime ore da ventisettenne. 
Mi godo il silenzio di casa mia, ora che la bimba è a letto e noi pure. 
Mi godo questa pace che in fondo è tutto. 


Robi 




10 Giugno 2016 - Con lei anche il parrucchiere diventa un incubo. 

Certe notti - Ligabue 






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