mercoledì 11 maggio 2016

Giorno 131 - In vena di far polemica.

Giorno 131 - 10 Maggio 2016


Stamattina mi sono svegliata polemica. Il che mi pare pure plausibile visto che la mia sveglia è suonata alla 5.35 e da quel momento non mi sono più fermata fino ad ora, quasi le 22.
Ma non è tanto la mancanza di sonno che oggi mi ha reso un po' rompicazzo, quantomeno più del solito, quanto la mancanza di coerenza intorno a me.
La mia capa che sa benissimo che sono ancora nel periodo 'allattamento' e mi fa rimanere quattro ore in più, così, per tenerle compagnia.
Mio marito che non rispetta gli orari di scambio della neonata non capendo che le mie giornate sono cronometrate al millesimo di secondo ed anche cinque minuti di ritardo, che poi non sono mai solo cinque minuti di ritardo, mi sballano tutti i piani.
Mia figlia che è nella fase Stiamo incollate come cozze o ti rompo la cristalleria buona e pure quella dell' Ikea a furia di urla.
La maestra Sandra che mi manda ottocentottantaquattro virgola cinque messaggi su Whatsapp per chiedermi questo o quello facendomi prendere un colpo ogni volta che salgo dalla sala operatoria, temendo il peggio.
Sono polemica con me stessa perché non mi piaccio.
Non mi piaccio fisicamente e non mi piaccio mentalmente, in questo periodo.
Sento di essermi lasciata trasportare troppo dalla vita e dalla maternità e di aver perso troppo della Robi che ero.
Non ne faccio una colpa a mia figlia, attenzione, lei è e sarà sempre il centro del mio mondo e non per un qualche martire spirito di sacrificio ma perché è così e basta. Non potrebbe essere altrimenti.
Semmai, sono più propensa a farne una colpa a me stessa per essere stata troppo accomodante quando non era il caso. Per aver lasciato il tempo scorrere come un fiume senza letto; per non avergli dato una direzione, nemmeno una caso.
Sono anche polemica con Snapchat.
Il motto è 'Anche meno'.
A me è sempre piaciuto tenere una sorta di diario virtuale. Ho cominciato nel 2006, al primo anno di università, per una delusione amorosa. Il ragazzino del liceo mi ha lasciato alle porte dell' università per trombarsi una più grande che, non per qualcosa, ma era un cesso che #Ciaone proprio. Erika, se mi leggi, eri un cesso e lo sei rimasto che t'ho vista sull' aereo per Roma! (Niente, dovevo scriverlo!) In linea di massima e di massima sintesi è così che è andata, poi un giorno vi dico meglio.
Comunque, dicevamo, mi è sempre piaciuto tenere un diario virtuale e mi è sempre piaciuto leggere quello degli altri. Adesso, invece e purtroppo, il blogging è visto come una enorme marchetta.
Non c'è più quasi nessuno che racconta di un viaggio solo perché gli è piaciuta la meta.
Non c'è più nessuno che è obbiettivo nel recensire un prodotto; è tutto Emenzing e Super Wonderfulll
Ma poi, la cosa che più mi innervosisce, è che stanno tutte stanche. Ma stanche de che? Non avete legato balle di fieno in fattoria; non avete trivellato la roccia in miniera. Raga tutti arriviamo a sera distrutti
Ovviamente non faccio un fascio di tutta l'erba, per carità, sarebbe ipocrita da parte mia. Però alcune che leggevo con piacere, da quando le seguo su Snapchat, mi sono diventate grandamente antipatiche come, al contrario, ho scoperto e rivalutato tante altre, sopratutto una della mia città. 
Una su tutte Gynepraio, penso di amarla. Seguitela, è fantastica. 

Ok, momento antipatia finito.
Domani andrà meglio.
Si spera.

Robi


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